Intervista a Gennaro Nuzzo

Ecco la lunga intervista di Gennaro, ci sono molti spunti per tutti gli acquariofili esperti e non...

Gennaro Nuzzo è in primis un acquariofilo appassionato di riproduzione, una passione che molti anni fa lo spinse a lasciare il suo lavoro sicuro, per cimentarsi nella professione di allevatore di pesci tropicali, sviluppando la DM Farm. Ha riprodotto molti pesci d’acquario e negli anni si è sempre più specializzato in discus che alleva da più di 20 anni.
Gennaro, intanto grazie per avere accettato il nostro invito.

Ringrazio Voi per avermi preferito, è un piacere. Un caloroso saluto a tutti gli appassionati di questo splendido ciclide che ci leggono.

1)Domanda di rito: quando e come sei entrato nel fantastico mondo degli acquari?

Sono stato precoce nei riguardi della natura e gli animali, perché vivo in campagna e quindi, fin da piccolo sono stato a stretto contatto con essi. Il passo è stato breve, avevo 11-12 anni, entrai in un negozio che aveva anche tanti acquari, era la metà degli anni 70. Colpo di fulmine, mi feci comprare da mio padre il mio primo acquario tropicale, un bel 100 litri, mi si aprì un nuovo mondo.
Ho avuto la mia fase da "semplice" appassionato per circa 10 anni, poi iniziai ad allevare nell’ 85 e non ho più smesso.

2)Parlando di Discus soprattutto sui social, si legge spesso di malattie e dei relativi trattamenti. Non pensi che questi siano una chimera? Molti problemi forse stanno alla base della gestione? 

"La salute prima di tutto!" vale per noi, ma vale soprattutto per loro. Questo è un argomento abbastanza complesso, perché più di tutti gli altri è collegato con l'intera biologia, sia dei pesci che della vasca, vanno a braccetto più di ogni altra cosa, se manca un anello, la catena non funziona.
Per farla molto semplice, in particolar modo negli acquari arredati, eliminare "malattie" legate a parassitosi è quasi impossibile. Diversamente è il caso di problemi batterici, virali (molto più rari) o fungini, che possono essere eliminati con normali trattamenti.
Problemi interni o problemi sostenuti da elminti, in relazione al loro ciclo biologico, sono molto più difficili da eliminare, senza una buona conoscenza della loro biologia e un preciso protocollo da seguire. Ma con tutto ciò la loro eliminazione, per un acquariofilo medio è utopico, per non dire impossibile.
Questo non vuol dire che bisogna arrendersi, ci mancherebbe, ma è importante sapere che la loro eliminazione è illusoria, e che in virtù di questo, è necessario seguire alcune precauzioni.
Per prima cosa l'alimentazione. Oggi sul mercato si possono trovare dei nuovi prodotti che aiutano i pesci a superare questi inconvenienti, in modo naturale. Si, perché in natura tutti gli animali hanno parassiti o vengono in contatto con una serie di malattie, ma la natura mette a loro disposizione rimedi e immunità che si sono evolute col tempo.
Giusto per esempio (…sorriso), la Sera ha ideato questo nuovo mangime, che oltre a contenere farine di qualità superiore a quelle usate da molti altri, ha arricchito con immunostimolanti (vedi IMMUN PRO), e novità i Probiotici, i quali migliorano l'assimilazione dei nutrienti (per es. vitamine, enzimi, amminoacidi, sali minerali), che, quando carenti, debilitano i pesci.
Dopo l'alimentazione, viene l'ambiente che si lega con lo stress. Acqua possibilmente stabile nei suoi valori, pulita, data da un buon filtraggio con relativi cambi d'acqua, arredo e ambiente esterno. 
Se in casa ci sono forti rumori, bambini che battono sui vetri, forte luce che arriva da fuori, orari di accensione delle luci non regolari, pulizie di casa che comprendono la caduta di qualche prodotto chimico (involontariamente) e tanto altro...... bhe allora lo stress debilita i pesci e anche una sola Chilodonella può fare una strage.
Detto questo, all'occorrenza l'uso dei medicinali, appositi e non il solito Flagil, che guarisce tutto e fa miracoli (…grande risata), devono essere usati, ma sapendo che sono solo di aiuto e non il rimedio.

3) Una costante in ambito Discus è il cambio d’acqua frequente, davvero un appassionato che vuol tenere i discus nel suo acquario, deve attrezzarsi a fare obbligatoriamente cambi d’acqua più frequenti rispetto a quello settimanale?

Il cambio d'acqua è legato a più fattori. Per un appassionato il lato pratico ha il suo peso, non tutti hanno il tempo e la possibilità di fare più cambi a settimana. Questo non pregiudica la conduzione di una vasca, se vengono seguiti alcuni protocolli. Per prima cosa avere un buon filtro bio-meccanico, adeguatamente grande per soddisfare le necessità dell'intero ecosistema. Volume d'acqua e numero di inquilini, questi i parametri fondamentali da tenere ben proporzionati. Quantità di cibo somministrato, non più di tre pasti al giorno, basati principalmente su un buon granulato con particolari caratteristiche. Un’ adeguata vegetazione, fatta di piante a crescita rapida, cosi da assorbire maggiori quantità di sostanze azotate di scarto. A questo va aggiunta una regolare manutenzione del filtro, con pulizia bisettimanale della parte meccanica, e controllo dei parametri principali, i quali ci faranno capire se l'equilibrio che vogliamo è stato raggiunto e mantenuto. Il cambio settimanale del 30%, servirà ad integrare sali minerali e microelementi ed ad eliminare principalmente NO3 e PO4.
In queste condizioni i Discus si troveranno benissimo e, attenzione, cresceranno in modo naturale. Cosa vuol dire? che la crescita del Discus non deve essere una corsa sui 100 mt. ma una maratona, sviluppandosi come natura ha programmato ed avendo cosi un pesce anche più sano e proporzionato.

4) Tu che sistema di filtraggio usi? Sei fautore di un vero filtro biologico o come si vede spesso usi anche tu i filtrini a spugna come unica soluzione da compensare con i cambi d’acqua ?

Io non ho un unico sistema, ma ne adotto diversi in base alle vasche e al loro utilizzo, e fra questi c'è anche il filtrino che necessita di cambi giornalieri. Per un acquario normale, sicuramente il classico filtro biologico è la scelta migliore e lo è anche per le coppie e per il mantenimento. Diverso è il discorso della crescita. La crescita per ovvie ragioni, inquina molto di più e quindi la scelta deve essere valutata in base a due parametri: capacità di cambi d'acqua o di spazio per filtri. 

5) Quali sono i compagni giusti per un acquario con discus?

Altri Discus. Sembra una battuta ma è sostanzialmente quello che succede in natura. Il Discus vive in branchi numerosi è un pesce sociale. E' molto semplice da provare, basta prendere una vasca grande, facciamo 400 litri, e mettiamoci 8 discus (il famoso numero canonico da molti indicato), vediamo cosa accade cosa succede per 1 mese. Studiamo il comportamento e come si presentano.
Poi facciamo la stessa cosa con il doppio dei pesci 16 discus, di taglia sempre grande. Ci sarà un abbisso, pesci più calmi, meno aggressivi, comportamento più naturale (per chi sa cosa significa), si alimentano tutti e con maggiore avidità. Lo stato di salute sembra migliorato, stress bar meno evidenti per tutti.
Quali saranno gli altri inquilini a questo punto sarà quasi irrilevante, a meno che di non mettere altri pesci enormi e grandi nuotatori.
Ritengo più importante comprendere questo concetto che andare a sindacare nello specifico quale pesce mettere, se neon o barbus.

6) Si può essere allevatori di discus senza essere stati prima acquariofili?

Assolutamente no! In termini calcistici è come voler fare l'allenatore senza essere stato giocatore. Ma poi entra in gioco il termine "allevatore" o "Allevatore" !!!!!! L'acquario è un mondo complesso, diverso dal nostro, perchè per noi l'elemento primario è l'aria, mentre qui parliamo di acqua, un intreccio di alchimie varie che necessitano di un minimo di conoscenze di chimica, fisica e biologia. Ne consegue che la fase di apprendimento è necessaria. Essere acquariofili è da intendersi come fase di apprendimento e maggiore consapevolezza di questo ambiente, totalmente diverso dal nostro. In più serve per accrescere una sensibilità generale che poi porterà a capire meglio tutta una serie di problematiche che si presenteranno, e non saranno poche.

7)La riproduzione del discus rimane l’aspetto più magico di questo pesce, che differenza c’è tra la riproduzione in serie e la selezione del discus?

Sono due cose abbastanza diverse, la seconda è sicuramente più complessa. Devo dire subito che oggi questa differenza quasi non c'è più, ma solo perchè la selezione non è più praticata, almeno nei termini originali. La selezione del Discus per sua origine, intende l'evoluzione di ibridi aventi come origine pesci wild, con l'intento di migliorarne l'aspetto cromatico, cercando di preservare le principali caratteristiche naturali come forma, tipo di disegno e caratteristiche comportamentali. Questo pregiudica l'esistenza di tutte le mutazioni che conosciamo oggi. Devo dire che almeno per due decadi sono stato forte sostenitore di questa linea di pensiero, mantenuta viva in particolare da molti allevatori tedeschi, fino a 15 anni fa circa. 
Il Discus che conosciamo nasce principalmente dalle Selezioni iniziate negli anni 60 dal Dr. Schmidt Focke (tedesco) e poi evolute dall'asiatico Lo Wing Yat, sempre partendo da discus wild, arrivando ad ottenere varietà ancora oggi apprezzate (vedi Red Spotted Green).
Oggi è più facile fare produzioni in serie, usando selezioni altrui. Alla gente piace vedere le vasche degli allevatori piene, non accorgendosi di quello che c'è dentro. Non è complicato produrre bei pesci, ma lo è molto di più creare selezioni e ancora di più Selezionare.

8)Quanto è importante per chi vuole selezionare i discus conoscere la storia degli allevatori e la genesi di varietà attualmente sul mercato?

Stiamo sempre parlando di concetti utopistici oramai non più in "voga" (per dirla semplice). Sinceramente per le varietà di oggi è poco importante. Si perchè oramai sono lontane anche dalle ultime selezioni, derivanti da wild, fatte da Lo Win Yat, per dirne uno, oppure le selezioni degli spottati fatti da Lee Tong Juan usando dei CoarÏ. Oggi si utilizzano pesci totalmente differenti per avere queste varietà, dando l'illusione finale di un prodotto simile, ma all'esperto questo non sfugge, anzi è abbastanza palese. Insomma, ogni sforzo, il quale richiede principalmente tempo, viene reso totalmente vano e commercialmente inutile, se si volessero seguire i "vecchi" canoni selettivi.
Detto ciò per chi, per pura passione, vuole intraprendere una seria Selezione, deve obbligatoriamente andarsi a rivedere la storia selettiva degli allevatori che hanno creato le basi da cui si sono sviluppate poi tutte le varietà odierne.
La maggior parte dei colori e disegni che conosciamo oggi, derivano principalmente da Schmidt-Focke, Göbel, Wattley giusto per citare i più famosi, e da quelli poi ottenuti da Sunny Lo che li ampliò in circa 27 anni (anni 80 fino al 2000) di intenso lavoro, con grande successo e numero di varietà. Tutti però a base brown, derivanti da wild.
Per tutti questi allevatori, il pigeon, per dire della mutazione più famosa in assoluto, non era nemmeno considerato un discus. In generale le mutazioni, non sono considerate discus. Difficile da capire e da intendere, in modo particolare oggi. Ben intesi, anche queste hanno una genesi, hanno dietro storie di allevatori che hanno perseguito obiettivi e avuto occhio lungo, ma per i pionieri e in particolare per gli occidentali, tutto ciò che non è direttamente collegato ai wild, non sono discus.
Parlando sempre del pigeon non si può non menzionare Kitti Phanaitthi il suo creatore, che da quel momento aprì un nuovo mondo. Il pigeon dopo il rosso turchese, credo sia la varietà più importante, anche se il confronto tecnico non è esatto, è giusto per dare una idea. 
Oggi se si vogliono semplicemente selezionare pigeon è poco importante sapere direttamente della loro genesi, ma lo è la loro genetica, saperne il genotipo, che a sua volta è anche legato alla sua genesi, è necessario, se si vogliono ottenere risultati precisi e non casuali. Un minimo di cultura, si è assolutamente necessaria.

9) la parola più inflazionata in ambito discus è qualità, cosa secondo te fa la qualità di un discus?

Oggi? Deve essere colorato e tondo! E' l'unica cosa che tutti sanno vedere e capire. Dico questo perchè mi è capitato spessissimo di assistere a discorsi di "esperti appassionati" che di fronte a vasche di vendita erano capaci di elaborare solo questi semplici concetti.
Per comprendere la qualità, e questo vale per tutte le cose, è necessario avere un minimo di adeguata conoscenza della materia, più nello specifico sarebbe necessario conoscere anche un pò di storia dell'allevatore e della sua selezione.
Detto questo anche per un allevatore è cambiato il concetto di qualità. In passato tutto era legato a ciò che madre natura aveva già congegnato nei suoi wild, cercare di mantenere puri questi parametri perfezionati in migliaia di anni. Cure parentali, capacità riproduttive, territorialismo, istinti naturali che con gli ibridi si tendono a perdere, genesi della specie per tracciarne le caratteristiche principali e tanto altro. Ma per fare questo era necessario conosce le varietà wild e sapere come l'allevatore le aveva elaborate. Molti allevatori degli anni 70-80 facevano questo. Io ho avuto la fortuna di andare spesso in Germania, avevo un mio mentore (insieme al caro amico Dionigi), grande allevatore, i suoi pesci erano meravigliosi, ancora oggi avrebbero sbalordito, e lui non faceva altro che parlarci di questi concetti.... "pigeon kaputt" per lui non esistevano, non erano Discus!!
Come dicevo, oggi è cambiato tutto, bisogna fare un pesce bello ed economico, solo questo è importante; il concetto di qualità è legato solo a questo!

10) IL discus in molti Paesi per tanti anni è stato un pesce iconico che ha mosso migliaia di persone e milioni di dollari, cosa pensi sia cambiato, il mercato o i discus?

Questa è una domanda che non tutti possono comprendere a pieno, perchè non hanno vissuto la "breve storia" del Discus. Dico breve storia perché, se rapportata a quella di molte altre specie, essa è durata solo un breve, ma intenso periodo. Parlo dagli anni 60 fino alla fine dei 90. Si perchè già nel 2000 per quanto ci fossero ancora tante novità, il Discus, cosi come inteso dai suoi padri selettori, era già in cantina. Il mercato in quel periodo, dettato unicamente dagli asiatici, non faceva altro che sfornare varietà unicamente per soddisfare la brama di novità da parte degli appassionati. Mi ricordo che alle famose mostre di Duisburg oramai, i pesci in vasca erano diventati flash psichedelici, a me giravano gli occhi per colori e disegni estremi. In pratica l'opposto di ciò che si intende per Selezione (menzionata prima). Oggi il Discus è diventato un pesce da vasca di comunità, alcuni lo mettono anche con i pesci rossi (ci sono molte foto sul web). 
Ma tutto sommato questa è la normale evoluzione che hanno le cose, non è facile da accettare, perchè sminuisce gli sforzi, le fatiche e soprattutto la filosofia che c'era dietro. Per fortuna, a differenza dei professionisti, che oggi devono principalmente accontentare il mercato, un vero appassionato può, ripercorrendo le vecchie strade e rispolverando i concetti elaborati per es. dal dott. Schmidt-Focke, rivivere quei bei momenti e riassaporare la magia della natura.

11) Alcune aziende come Sera hanno sviluppato collaborazioni con appassionati specialisti che sono diventati professionisti, noi tra i tanti, giusto per fare un nome più conosciuto al grande pubblico, partendo proprio dal discus, abbiamo Dieter Untergasser da più di 20 anni, come vedi queste collaborazioni tra aziende che fanno ricerca e gli appassionati specializzati? 

In particolare oggi, con la possibilità di comunicare a distanza con estrema facilità, questa collaborazione oltre ad essere semplificata, sembra essere ancora più importante, vista l'enorme diversità di opinioni, conoscenze e riscoperta della semplicità del passato. Una grande azienda come Sera o altre, possono solo tranne benefici, sia per loro che per gli appassionati, realizzando e soddisfacendo le reali esigenze riscontrate dagli stessi. Con i professionisti il connubbio è ancora più stimolante e costruttivo, visto che si può andare nel merito degli argomenti e avere riscontri basati su dati più oggettivi. Insomma, una grande iniziativa.

12) Che consiglio daresti a chi vorrebbe avvicinarsi al Discus?

Quello che hanno fatto gli appassionati come me, quando non c'era il web. Acculturarsi sui libri, crearsi le basi di un buon acquariofilo e solo dopo (2-3 anni) passare al Discus. All'occorrenza interpellare internet, ma non i gruppi o i forum, ma cercare notizie autorevoli.
A proposito di autorevole.........affidarsi a una, massimo due persone che hanno accreditata esperienza, che sia un negoziante o un appassionato, ma deve avere accreditata conoscenza. Nel frattempo, la propria esperienza si accrescerà e sarà possibile enunciare anche le proprie idee per confrontarle con altri esperti.


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