I Caracidi

Chi non ha mai sognato una vasca grande e lunga ricca di piante e legni con interi branchi di Petitella che nuotano tutt’assieme?

O quegli acquari leggermente ambrati con magnifici Discus e decine di Cardinali adulti così ben definiti e netti nella loro colorazione del bleu e del rosso vermiglio?

L’acquario di comunità con i Caracidi rappresenta senza dubbio un’idea di acquario diverso da tutti gli altri. Ciò lo si deve principalmente al comportamento gregario di questa grande famiglia di pesci che lo porta in natura come in acquario ad esprimere al meglio il concetto di comunità.

I Caracidi, spesso colorati anche solo sulle pinne e sul capo ci riportano a vivere il nostro acquario in un modo differente: il branco è percepito come unico organismo, ben organizzato e capace di stupirci per il suo particolare cromatismo d’insieme che spesso appare insignificante su di un unico esemplare.

Provenienti dal centro e sud America e da parte del continente africano, sono rappresentati da oltre 1000 specie con oltre 140 generi.

Alcune di queste molto richieste dal mercato dell’acquariofilia come Hyphessobrycon, Paracheirodon, Petitella, Pristella, Nematobrycon, Thayeria, Moenkhausia, Gymnocorimbus, Aphyocharax. Come anticipato, un acquario di Caracidi dovrà rispettare una norma fondamentale: il branco.

Trovandoci quindi a progettarne uno, dovremo partire dal concetto che più esemplari di una stessa specie inseriremo nel nostro acquario, maggiori saranno le possibilità di sopravvivenza e di riuscita dell’allevamento. Potremo unire anche più specie nello stesso acquario ma rispettando sempre questa regola. Un acquario di comunità di Caracidi potrà essere assortito con piccoli Ciprinidi come la Rasbora o il Danio e pesci da fondo come Corydoras e piccoli Loricaridi.

I pesci Caracidi sono facilmente adattabili; consigliamo valori di PH tra 6,5 e 7,5 con valori di KH tra il 10 e il 20. Come per ogni nuovo acquario, occorrerà partire da una specie sulla base della quale, in relazione ai valori ottimali dell’acqua ne inseriremo eventualmente delle altre. Il Caracide si nutre a mezz’acqua e spesso anche in superficie compiendo scatti veloci e irruenti. La loro dieta sarà varia; dai fioccati con una buona base proteica ai granulari ma anche dai liofilizzati come l’artemia salina e il chironomus. La vasca dovrà essere mediamente illuminata, con molte piante capaci di creare ampie zone d’ombra.

Trattandosi di specie che solitamente non superano i 4/7cm, opteremo per vasche di media grandezza (50/80 lt), con legni sommersi e ampi spazi di movimento. Per il mercato dell’acquariofilia, l’allevamento dei Caracidi del centro e sud America è ormai consolidato da tempo offrendo centinaia di specie con delle caratteristiche spesso comuni: valori dell’acqua, habitat.

Nell’ottica di un acquario sostenibile finalizzato ad una maggiore protezione dell’ambiente e della tutela dei biotopi naturali sarà opportuno dunque limitare il nostro progetto alle sole specie allevate e non a quelle di cattura come spesso accade per alcune di quelle africane.


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